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ONIRICO: Il mondo dei sogni che vorresti (VM 18) Disegnato da Jana Brike.




Scritto da:

Disegni di:
Jana Brike






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ONIRICO







LA SPIAGGIA DEI PENSIERI





Per Marina quella spiaggia era molto lontana dalla sua città, quella spiaggia era il terrazzo che affacciava nell'infinito della vita, il mare, era il sentiero che portava oltre ogni pensiero, verso ogni libertà, lontano dal peso dell'esistenza che frantumava le sue ossa, giorno per giorno.


Marina desiderava la fuga, desiderava correre lontano, verso quel mare che l'avrebbe portata via da ogni lacrima, via da ogni parola nociva, staccare le catene della monotonia ed essere libera di ascoltare il vento e l'umido del sale marino, che profumava la sua pelle, accarezzata dal vento, sulle sue braccia, sul suo collo, scivolava delicata, tra i suoi capelli, sotto il suo vestito, sotto le sue gambe, i piedi nell'acqua, il suono dei gabbiani e delle creature volanti, che volavano verso le loro mete, lei era serena e tranquilla.

Il cielo le dava sicurezza, l'acqua, gli dava il piacere, avrebbe voluto spogliarsi nuda, ed assorbire tutte quelle sensazioni in ogni angolo del suo corpo, senza nessuno che la giudicasse per il suo aspetto, per qualche suo difetto, sentirsi umana, senza materiali che soffocassero le sue cellule, naturale e nuda, come tutti gli animali sulla terra.

Così chiuse gli occhi e si tolse ogni vestito, ascoltando il pianeta che l'abbracciava e accarezzava ogni sua parte del corpo, il suo sedere, la sua vagina, i suoi piedi, il viso e la schiena, la pelle d'oca per l'emozione, eccitata dalla situazione, si buttò a terra, e le onde cominciarono a bagnarla, facendola sprofondare nella sabbia bagnata, si addormentò, cominciando a sognare, mentre il cuore rallentava e spurgava, ogni suo male, sentendosi in linea con l'energia dell'universo, Marina, era finalmente libera dal peso della società!






UN DOLCE FIORE DI PRIMAVERA




Mary, sdraiata nel prato di fiori vicino alla casa di sua nonna, amava poggiare il suo corpo sopra quell'erba, un piccolo campo avvolto da centinaia di fiori colorati, le farfalle sorvolavano il suo viso, facevano compagnia alla sua beata solitudine, quel profumo di fiori, quel profumo di primavera, facevano battere il suo cuore, nella sua mente un pensiero proibito, un pensiero che eccitava la sua mente ed agitava il suo cuore.

Si chiedeva come sarebbe stato, toccarsi, e infilarsi due dita dentro, mentre i fiori la guardavano incuriositi, così, fece scivolare lentamente la sua mano, sotto al vestito, imbarazzata si sfilò le mutandine, ed all'argò leggermente le gambe, chiuse gli occhi, si accarezzava delicatamente, il sangue scorreva veloce e il calore della sua mano, si sprigionava in ogni sua cellula, fu così che diede il via a qualcosa di magico.

Alcuni fiori cominciarono a strisciare sul terreno e si avvicinarono la sotto, accarezzavano le sue gambe e lentamente coprirono la sua vagina, creando una composizione colorata in torno a lei, quell'energia la faceva godere, era un piacere intenso, più lei ansimava, e più i fiori si aprivano, percepivano le sue vibrazioni, ad ogni suo sospiro di piacere, loro sbocciavano in altri fiori, le sue dita scivolarono dentro, cominciò a masturbarsi, accarezzata dai fiori di quel piccolo campo nascosto!





I fiori crescevano anche sulla sua pelle, la sua vagina, divenne un fiore, morbida, delicata come non l'aveva mai avuta prima, era sensibile ad ogni tocco, sensibile al vento, sensibile alle farfalle che si poggiavano su di essa, il profumo dolce, disegnava fantasie sporche dentro la sua anima.




Si penetrava in profondità, godeva leggera sollevandosi per aria, gli occhi erano chiusi, il corpo sollevato da terra, sostenuto da centinaia e centinaia di fiori e farfalle, al momento dell'orgasmo, l'intero campo si aprì, sbocciando mille fiori colorati, tutto profumava di dolce, il paesaggio si colorò come un bellissimo dipinto, il suo corpo venne adagiato lentamente sul prato, i fiori e i rametti, si allontanarono dal suo corpo, tolse le dita, fece un lungo respiro, godendosi quella bellissima sensazione di benessere...

Aprì i suoi occhi, si rimise le mutandine, per dirigersi in casa, mentre il tramonto lasciava spazio alla sera, lei sorridente, diede un bacio al prato, e tornò in casa!






GODITI LA VITA



Chiara, portò il suo amico Luca, nel bosco nascosto dietro alla montagna, lei lo teneva per mano, mentre percorrevano i sentieri colorati che la montagna regalava, lui gli chiese se mancava molto, ma lei sorrideva, e gli disse che aveva qualcosa di speciale per lui, e che lo avrebbe fatto sentire bene.

Arrivarono davanti ad un laghetto, lo chiamava il laghetto della vita, in quanto, ogni volta che lei si faceva il bagno li dentro, si sentiva rigenerata.

Chiara lasciò la mano di Luca, si diresse verso la riva del lago, si inginocchiò guardando il suo riflesso nell'acqua, Luca si avvicinò a lei, le chiese cosa stava facendo, lei si avvicinò alla sua immagine riflessa, tirò fuori la lingua e leccò l'acqua, come se si stesse auto baciando, si alzò in piedi e si avvicinò di fronte a lui...




Gli prese il viso, e gli disse di assaggiare la sua lingua, voleva trasmettergli l'energia di quell'acqua, lui era imbarazzato, non sapeva cosa fare, lei invece faceva forza, voleva mettergli la lingua tra le labbra, per fargliela succhiare, lui si lasciò trasportare e decise di metterla in bocca, era calda e scivolosa, lei la faceva entrare in profondità nella sua bocca, e lui la leccava, il suo pene si rizzò dall'eccitazione, si baciarono intensamente.

Luca sentiva che quel bacio era fortissimo, dentro di lui percorreva un'energia particolare, gli dava emozioni forti, i loro corpi si scaldavano, non aveva mai provato un fuoco così intenso dentro di lui, così la sdraiò sul prato e cominciò a baciarle la pelle...




Sentiva che il corpo di Chiara aveva lo stesso sapore del suo bacio, quel lago gli aveva dato un gusto nuovo, che poteva sentire solo con le labbra, era il lago della vita. l'energia dell'esistenza, la poesia dell'essere tutt'uno con la natura, l'istinto animale era entrato dentro di loro, la voglia di volersi, sentirsi, di penetrare la sua amica, e sentirla andare a fuoco sopra e dentro di lui, così scivolò dentro di lei, erano due anime fuse l'una con l'altra, un temporale di sensazioni uniche, che non avevano mai provato prima.

Il colore azzurro dei fiori che fiorivano nell'acqua, un gattino bianco li spiava da dietro un tronco, circondati da dei palloncini vivaci, legati al terreno, svolazzavano leggeri, accompagnati dal venticello del bosco, che li proteggeva, lontano da ogni pericolo.

Il bosco assimilava il loro piacere, riusciva a fiorire grazie alle loro emozioni, e stava bene, stava davvero bene...



 IL GATTO PARDO

 

Samanta correva felice nel prato, vicino alla spiaggia, il tramonto era imminente, e la fresca aria, le accarezzava il viso, dietro di lei si accorse di un piccolo gattino, che gli annusava i talloni, lei si girò, e lo vide, arancione con le strisce, si inginocchiò a terra, lui la guardò miagolando, lei gli disse: "Ciao gatto pardo, come stai?".

Lui si mise a giragli intorno, la faceva ridere, gli saltò sulle mani, salì sulla sua spalla, era agile, faceva le fusa.

Samanta si sdraiò a terra, alzò le gambe e mise il gattino sopra i suoi piedi, il vestito gli scese, restò con le mutandine al vento e il gatto pardo che gli camminava sui piedi, senza fargli male con le unghie, camminò sulle sue gambe, ma lei non sentiva male, nessun tipo di fastidio, era l'unica creatura che non gli procurava dolore, a differenza degli esseri umani, lui aveva cura di lei.

Si mise seduta e lo prese tra le sue braccia, lui allungava le zampette, voleva accarezzare il suo viso, lei si avvicinò, si fece accarezzare le guancie.

Il gatto pardo, scese dalle braccia, scappò via, lontano, lei si rattristò, cercò di chiamarlo, ma lui correva via veloce.

Samanta capì, che quando si dice che, le cose belle sono le uniche a finire presto, era cosa vera...


Fine






Special thanks to Jana Brike for her paintings.







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