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FERMATI: Attenta a quando ti fai toccare troppo... (VM18) - Riedizione 2021










EJAY IVAN LAC

FERMATI




Paola desiderava qualcosa di diverso quella sera da lui, i suoi occhi immaginavano desideri incontrollabili, voleva il suo corpo e non se lo sarebbe fatto scappare di certo quella sera, ma dentro di lei, mille strade si dividevano. Indecisa se continuare a camminare verso il cuore o lasciarsi andare al calore che la sua vagina emanava tra le sue gambe.

In quei momenti è un attimo perdersi e smettere di ragionare, la strada è sempre la stessa, quella di spogliarsi e ascoltare le proprie e le fiamme dell'altro, aprendo le gambe per lasciar spazio alla passione, alla follia e a quei pensieri che viaggiavano veloci, mentre fuori la città dormiva nel silenzio. Dentro quella stanza, il frastuono delle fantasie che si disegnavano sulla pelle dei loro corpi, caldi e turbolenti, si amalgamava nell'aria.

Paola cominciò a non sentirsi più a suo agio, la mano di lui la penetrava troppo velocemente, sentiva dolore invece che piacere, ma lui continuava a procuragli solo fastidio, non smetteva, andava avanti, si chiese cosa stesse facendo alla sua vagina che sentiva ormai bollente e dolorante.

Cercò di levargli la mano, ma lui gli allargò le gambe, il dolore era sempre più forte, sentì scivolare qualcosa dentro di lei, non era il suo pene ma la sua intera mano.

Nel buio e nella confusione, l'ansia prese il sopravvento, si sentì in pericolo, non provava piacere, ma una leggera paura, era stata violata con la violenza. Guardò il suo viso e si accorse quanto lui godesse nel farle male.

Il respiro affannoso di lui sopra le sue gambe era quasi fastidioso, non era quello che lei voleva da lui quella notte, non era ciò che desiderava in quel momento, era solo diventato una figura fastidiosa, arrogante, si sentiva trattata come un oggetto. Quando lei si guardò in mezzo alle gambe vide, un mare di sangue sulla mano di lui che nonostante tutto non accennava a fermarsi.

Quando riuscì a bloccarlo si alzò dal letto spaventata, scappò in bagno, cercando di lavarsi con acqua fredda, il cuore non batteva per passione, ma batteva di delusione e confusione, rabbia e paura, Paola si chiese come lui potesse arrivare a tanto, lo stesso uomo che amava.

Il mattino seguente si svegliò frastornata, uscì dalla sua camera e si diresse in cucina. Notò il suo pigiama ancora sporco, si abbassò i pantaloni e un fiume di sangue cominciò a uscire violento come un tubo rotto, il sangue invase il pavimento come un fiume in piena.

Paola scivolò a terra, mentre la cascata di sangue continuava a sgorgare fuori dalla sua vagina, la sua casa ormai era allagata, le sedie cominciarono a cadere, il divano a spostarsi in giro per l'appartamento, provò a fermarlo in tutti i modi ma la forza del sangue era troppo forte, ormai aveva paura di morire annegata. Quel fiume rosso raggiunse l'altezza delle ginocchia, lui era a fissare la scena ridendo dalla camera, sulla soglia della porta. Muoveva la mano, simulando il gesto della penetrazione.

Paola cercò di rimanere in piedi, ma scivolò ancora, colpendo la testa al mobile perdendo i sensi. Il suo corpo mano a mano, sprofondò sotto quel fiume di sangue, usciva ormai anche dalle finestre e dalla porta del suo appartamento.

Paola si risvegliò, nel suo letto, pulita e viva, non aveva nessun segno e la casa splendeva come la sera prima, capì che quel fiume di sangue era stato soltanto un sogno, anche se le sue mutandine erano ancora sporche dal giorno prima.

In bagno provò a controllarsi ancora, una leggera macchia di sangue usciva ancora dalle profondità della vagina, forse le dita di lui, avevano graffiato le pareti, si mise seduta sul divano a riflettere su quanto era accaduto, indecisa se richiamarlo o lasciare scorrere il tempo.



L'importante era non morire annegati nella propria cucina...



Con il proprio sangue...






FINE

























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